news

Azionario: grandi opportunità da cogliere

La scorsa settimana abbiamo visto che la “legge” di Nereo Rocco – ovvero in ogni reparto serve un fuoriclasse – funziona anche per costruire al meglio un portafoglio d’investimento. Ovviamente il problema è scovare il fuoriclasse e capire come si integra con il resto della squadra.
Prendiamo ad esempio la quota azionaria del portafoglio – l’attacco, nella nostra metafora calcistica. Chi sarà il fuoriclasse? Lo strumento che saprà fare meglio degli indici con notevole continuità.  Esistono titoli capaci di battere l’indice azionario mondiale o il Nasdaq? Ovviamente si: l’indice è una media, quindi per definizione qualcosa sta sotto alla media e qualcosa sopra. E’ semplice trovarli? Assolutamente no: battere sistematicamente gli indici è cosa difficilissima, come sa qualunque professionista, perché i titoli che stanno sopra e sotto alla media non sono sempre gli stessi.
Dunque occorre innanzitutto identificare un ristretto numero di titoli che l’indice lo abbiano battuto di molto e molto spesso e che presentino valori di bilancio o prospettive tali da giustificare con ragionevolezza che possano continuare nel trend positivo. Normalmente si tratterà di titoli a volatilità elevata, anche se le forti oscillazioni di prezzo tendono ad esaurirsi in un breve arco temporale (altrimenti non leggeremmo risultati sempre positivi con cadenza annuale o semestrale). Occorrerà poi fare attenzione a diversificare la presenza settoriale e a mixare titoli quanto più possibile decorrelati fra di loro così che la volatilità ed il VaR del pacchetto nel suo insieme siano accettabili. I titoli nel portafoglio saranno equipesati perché una sovraesposizione arbitraria aumenterebbe il rischio.
Il nostro fuoriclasse non sarà dunque un singolo titolo, ma un pacchetto, che andrà sempre valutato ed eventualmente aggiornato nel suo insieme. I titoli che lo compongono non sono per nulla destinati a un trading speculativo, ma al contrario saranno un elemento stabile e costitutivo del portafoglio.
Con questi criteri abbiamo svolto negli scorsi mesi un accurato lavoro di selezione. Sono emerse una quindicina di azioni, prevalentemente americane ma non solo, che abbiamo sottoposto a un back-testing. Nel periodo 30/9/2016-31/8/2019 il portafoglio avrebbe generato una performance complessiva del 258%! (Ovvero un investimento iniziale di 100.000 euro sarebbe cresciuto in soli tre anni sino a 358.000 euro) confrontabile con una performance del Nasdaq del 52%. E cosa ancor più importante, la performance sarebbe stata del 16.5% nel 2017 (Nasdaq al 12.7%), 43.6% nel difficile 2018 (Nasdaq 0.7%), 94.1% negli otto mesi del 2019 (Nasdaq 24.5%). Negli stessi tre anni la volatilità, malgrado le forti oscillazioni dei singoli titoli, è stata contenuta al 19.5% (Nasdaq 17.0%).
Conclusione: abbiamo trovato lo strumento ideale per coprire l’intero asset azionario? No. Come tutti i fuoriclasse – e questo pacchetto senz’altro lo è – può avere momenti di forte calo di forma. E’ indispensabile continuare ad avere nel nostro portafoglio i giocatori più “normali”, ma più costanti – gli ETF globali – che funzioneranno da stabilizzatori. Un portafoglio efficiente è un mix di strumenti accuratamente pesati per lavorare nel tempo in sinergia, non una lista disordinata di primedonne.

 

Scritta il 19/09/2019

contattaci!