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Sui contenuti teorici della volatilità
Ancora uno sguardo alla volatilità, non tanto per quanto riguardi i valori correnti, quanto piuttosto per un riferimento ai contenuti teorici di tali valori.
Per procedere useremo un esempio.
Abbiamo tre titoli, che nel periodo considerato (una settimana, un mese, un anno, o altro) fanno registrare la stessa performance, ma presentano volatilità differenti. Come devo procedere?
Ipotizziamo che i tre titoli facciano segnare nell’anno un +5%, con una serie di prezzi differente:
Bassa | Media | Alta | |
dic | 1000,00 | 1000 | 1000 |
gen | 1004,07 | 990 | 1020 |
feb | 1008,16 | 1012 | 1040 |
mar | 1012,27 | 1010 | 1060 |
apr | 1016,40 | 1020 | 1100 |
mag | 1020,54 | 1012 | 1125 |
giu | 1024,70 | 1030 | 1140 |
lug | 1028,87 | 1020 | 1090 |
ago | 1033,06 | 1035 | 1085 |
set | 1037,27 | 1030 | 1080 |
ott | 1041,50 | 1045 | 1075 |
nov | 1045,74 | 1042 | 1060 |
dic | 1050,00 | 1050 | 1050 |
La deviazione standard del primo titolo sarà ZERO, quella del secondo sarà 1,11%, quella del terzo sarà 2,11%.
Cosa scegliere? È chiaro che, a posteriori, i tre titoli sono uguali: tutti e tre fanno segnare lo stesso risultato. Nel durante, però, le cose cambiano, specie se l’acquisto o la vendita viene effettuata nel corso dell’anno. Il primo titolo andrà molto bene per l’investitore con una propensione al rischio molto bassa, il secondo per chi voglia rischiare qualcosa, il terzo per chi cerchi risultati superiori alla media, accettando così rischi più elevati.
A mio avviso, chi ha comperato il titolo a basso rischio sarà soddisfatto sempre del risultato, chi ha comperato il titolo a medio rischio potrà essere soddisfatto o meno in relazione del momento in cui avrà effettuato l’acquisto. Chi ha comperato il terzo titolo, a rischio più elevato, sarà comunque insoddisfatto, a meno che non sia riuscito a venderlo a giugno, ricavando una performance del 14%.
Naturalmente nessuno di noi possiede una sfera di cristallo che gli consenta di conoscere il futuro. La scelta dipende esclusivamente dagli obiettivi che ci si pone e dal tasso di sopportazione del rischio che avremo (come vedremo in altra occasione il rischio presenta sempre due facce: una potenziale perdita più alta della media, che si compensa molto spesso con un potenziale utile più alto di alternative differenti).