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Il quadro congiunturale del secondo trimestre

Anche il secondo trimestre del 2019 si è sviluppato con trend positivo, sebbene più contenuto rispetto al primo.
La politica monetaria molto accomodante delle Banche Centrali (con la prospettiva di un nuovo possibile taglio dei tassi) ha spinto ancora al rialzo i prezzi di azioni e obbligazioni. Si sta allontanando il timore di una nuova recessione in Europa, dove si sono svolte le elezioni che non hanno portato a nessun cambiamento epocale e prevale l’idea di un futuro caratterizzato dalla continuità.
Certamente non mancano aree di preoccupazione, soprattutto a causa dei dazi, dell’Europa (Brexit, Italia, debolezza della Merkel) e della situazione in Iran, ma in questa prima parte dell’anno l’ottimismo ha prevalso.
Nel corso del trimestre l’andamento del mercato azionario è stato contrastato, con una vivace ripresa nella parte finale, dove dalla performance media globale del 2,4% si staccano in positivo gli Emergenti Europa (10,5%) e l’Europa ex UK (4,9%), mentre sono limitate e leggere le negatività: Far East (-2,8%), BRIC (-1,5%), UK (-0,5%).
Nel mercato obbligazionario performance eccezionali si sono viste sui titoli a scadenze più lunghe (ovviamente i più reattivi a cambiamenti – reali o previsti – nei tassi d’interesse) con i Governativi Euro al 3,4% (e i Governativi ultradecennali al 7,5%!). Ben inferiori, anche se positivi di circa il 2%, i risultati di Corporate e High Yield. Evidente nel trimestre il premio alle scadenze lunghe piuttosto che al rating.

Oro in risalita di ben il 9% nei tre mesi: un movimento dovuto all’abbassamento dei tassi, ma comunque di proporzioni rilevanti in un quadro di inflazione bassissima e di economie in crescita (USA in particolare) che potrebbe essere il sintomo di un nervosismo latente.
Il Dollaro resta piuttosto stabile, con oscillazioni contenute nella parte alta della forcella 1,11-1,14. Il Petrolio ancora in ampia oscillazione; le Materie prime ancora negative nel breve, nel medio e nel lungo.
Se allarghiamo lo sguardo al lungo periodo, a 5 anni emergono:
• Risultati molto importanti nei mercati azionari – soprattutto negli USA – trainati da Tecnologia, Lusso e Salute
• Importanti performance anche nell’obbligazionario, in particolare nelle scadenze lunghe, nei mercati emergenti e nel Corporate USA
Forte rivalutazione del dollaro, passato dall’area 1,35-1,40 all’area 1,11-1,14; il petrolio, in un’ottica di medio/lungo periodo, è oggi su livelli di prezzo bassi.

Scritta il 22/07/2019

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