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Un temporale estivo

Quanto è successo nei giorni scorsi sui fondi H2O assomiglia tanto ad un temporale di calore, specie quando l’aria calda, derivante dai risultati molto positivi offerti dalla società, si è scontrata con l’aria fredda provenienti da tutte le reti terze che vedevano impoverite le raccolte a fronte di un forte interesse sui fondi “incriminati”. In ultima analisi, una guerra commerciale, tesa a minare la credibilità dell’azienda al punto da indurre i propri clienti a liquidare almeno parte delle posizioni.

Non stiamo sottovalutando la criticità derivante da posizioni illiquide (ma stiamo parlando di quote collocate tra il 3 e l’8% del portafoglio) e il conflitto di interesse, sempre sulle stesse posizioni, stiamo dicendo solo che se anche tutte quelle posizioni fossero diventate inesigibili, il fondo avrebbe perso tra il 3 e l’8% del nav, abbondantemente al di sotto delle performance conseguite nell’anno. Invece, minando la reputazione della società, si è riusciti a ridurre il valore della quota di oltre il 10%! Un bel successo sui detrattori, visto che l’obiettivo non era certo quello di mettere in guardia gli investitori sulla rischiosità degli investimenti (cosa che gli investitori già sapevano, se il consulente di riferimento glielo aveva detto), bensì quello di farli scappare dagli investimenti, creando un effetto valanga che potesse creare più danni del default dell’emittente dei bond illiquidi.

Ed ora stiamo a guardare: chi ha venduto potrà ricomperare a prezzi più bassi, chi ma mantenuto si sta ancora chiedendo perché.

Scritta il 27/06/2019

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