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Capire il mondo per capire i mercati

Viviamo in un’epoca davvero eccezionale. Fra mezzo secolo gli storici racconteranno questi anni come un periodo di cambiamenti epocali, al pari della caduta dell’impero romano o della grande rivoluzione industriale del XIX secolo.

Nel mondo, alla fine degli anni novanta, vivevano circa sei miliardi di persone, ma quelle “che contavano davvero” erano meno di un miliardo: gli abitanti di USA, Canada, Giappone ed Europa Occidentale. Gli altri, economicamente non esistevano. La stragrande maggioranza affogava nella miseria, spesso moriva di fame, di stenti, di epidemie. Le loro risorse naturali erano di solito controllate dai Paesi avanzati che spesso controllavano anche le loro classi dirigenti.

Agli inizi del nuovo millennio la Cina non figurava ancora nella classifica dei primi 10 Paesi per PIL. Oggi è al secondo posto dietro agli USA e probabilmente li supererà in un futuro non lontano. Al sesto e al settimo posto, ovvero già davanti all’Italia, ci sono India e Brasile. Il mondo “che conta”, in meno di vent’anni, si è allargato da un miliardo scarso a oltre 4 miliardi di persone. E’ in atto un progresso immane con enormi ripercussioni - sociali, politiche ed economiche - che tutti noi fatichiamo a comprendere.

Eppure proprio questi cambiamenti sono all’origine di molti paradossi sui mercati: una lunghissima crescita senza inflazione, un livello bassissimo dei tassi d’interesse, la massiccia redistribuzione di ricchezza a favore del capitale, l’alto livello dei prezzi delle azioni e dei rapporti prezzo/utile.

Nelle prossime settimane potremo meglio analizzare il funzionamento dei diversi meccanismi e soprattutto i loro effetti sui mercati. Per il momento limitiamoci a una considerazione: i processi in atto, benché veloci, continueranno ancora per molti anni, finché una forte convergenza, anche nei redditi pro-capite, consentirà di raggiungere un nuovo equilibrio. Nel frattempo è probabile che bassa inflazione, bassi tassi e alti prezzi azionari diventino la norma.

In questo quadro è possibile che i mercati azionari oggi non siano particolarmente sopravvalutati. E’ possibile che non si stia formando nessuna bolla e che il trend di fondo rimanga positivo.   Certo occorre agire con prudenza: i cicli economici continueranno ad esistere e i mercati ad oscillare. Ma i parametri del passato non saranno molto utili a comprendere né l’attualità, né il prossimo futuro.

Scritta il 12/08/2019

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