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TFR in azienda o fondo pensione?

Nella nostra attività di consulenza ci viene spesso posta questa domanda. Per quanto non sia possibile fornire una risposta univoca, riteniamo utile descrivere in maniera oggettiva le principali differenze tra aderire ad un fondo pensione complementare e lasciare il proprio TFR in azienda.

TFR in azienda

Il TFR lasciato in azienda viene sottoposto ad una rivalutazione annuale pari all' 1,5% + 75% dell'inflazione (rappresentata dal  FOI, ovvero l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati). Se l'azienda è inferiore ai 50 dipendenti il TFR viene mantenuto presso la stessa mentre, in caso di un numero di dipendenti superiore, viene versato presso il Fondo Tesoreria dell'INPS. Da un punto di vista fiscale il TFR maturato in azienda, erogato interamente sotto forma di liquidazione alla cessazione del rapporto di lavoro, è sottoposto al regime della "tassazione separata", utilizzando coma aliquota una media delle aliquote IRPEF negli ultimi 5 anni. Inoltre, non è previsto alcun contributo da parte del datore di lavoro durante la fase di accantonamento.

Fondo pensione

Nel caso di adesione ad un fondo pensione il sottoscrittore, oltre al TFR, può versare ulteriori contributi che risultano deducibili fino ad un massimo di 5.164.57€. Nel caso specifico dei fondi di negoziali o "di categoria",cui possono accedere i lavoratori appartenenti a determinate categorie, qualora il lavoratore versi un contributo minimo volontario, il datore di lavoro "è obbligato" ad effettuare un ulteriore versamento a suo carico.  La rivalutazione del montante complessivo (sia esso il solo TFR o la somma del TFR e degli altri contributi a carico del soggetto e/o datoriali) dipende dalla performance ottenuta dal fondo, la quale è sottoposta ad un'aliquota fiscale agevolata del 20% (12.5% nel caso di investimenti in obbligazioni o titoli di stato di paesi in White list). Infine, in fase di erogazione, il montante previdenziale accumulato viene tassato secondo l'aliquota del 15%, con una riduzione della stessa di uno 0.3% per ogni anno eccedente il 15-esimo di partecipazione al fondo complementare (fino ad un minimo del 9%).

Appare chiaro come l'adesione ad un fondo pensione complementare presenti un notevole vantaggio dal punto di vista fiscale,  grazie all'aliquota ridotta e alla deducibilità dei contributi versati. Inoltre, qualora si abbia la possibilità di aderire ad un fondo di categoria, l'effetto sul lungo periodo del contributo datoriale sul montante finale è tutt'altro che trascurabile. Si deve tuttavia considerare che il montante accumulato sarà erogato come rendita vitalizia (il massimo ottenibile come capitale è il 50%) e che il suo valore è legato alle performance del fondo (e del comparto) sottoscritto.

Tuttavia, nel contesto attuale, dove l’inflazione italiana si attesta oltre il 10% , la rivalutazione del TFR in azienda risulta sicuramente interessante se confrontata con quella ottenuta dai migliori fondi pensione (anche nei comparti più dinamici). Questo aspetto è sicuramente da tenere in considerazione per chi oggi si trova davanti alla scelta se aderire o meno ad un fondo complementare che, ricordiamo, una volta presa è una scelta irrevocabile.

Scritta il 29/01/2023

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